Come si ricorderà, nell’ambito del cantiere del paesaggio, inserito nel progetto di mappatura culturale interterritoriale promosso da Open Leader nel corso dell’anno, era stata ricostruita la barca da pesca tipica del Lago di Cavazzo. Dopo aver contribuito alla ricostruzione dell’imbarcazione i partecipanti al laboratorio avevano espressamente chiesto di programmare una cerimonia per l’ammaraggio, pertanto il 31 ottobre 2015, alla presenza di Don Giulio Ziraldo (parroco di Alesso ed Interneppo) e del maestro d’ascia Maurizio Agabitini di Venezia (costruttore), si è proceduto al varo della barca.
In passato il significato più profondo della cerimonia del varo risiedeva nel legame di assoluta fiducia che i pescatori assegnavano all’imbarcazione nata dal loro lavoro. Proprio per questo motivo durante il varo si procedeva con la benedizione, assegnando un nome alla barca affinché questa possedesse anche un’anima.
Rispetto alla tradizione marinara e alla grande varietà di pratiche rituali, credenze e perfino esplicite superstizioni inerenti sia alla costruzione delle imbarcazioni, sia a simili occasioni inaugurali e al varo stesso, non si è proceduto con la rottura della bottiglia di vino lanciata contro lo scafo e alla nomina di una madrina per evitare ogni possibile cattivo auspicio. Ci siamo limitati a verificare il galleggiamento e la capacità della barca di affrontare i flutti del nostro bellissimo lago.
Il video che è stato realizzato documenta quindi il varo scivolato di poppa dell’imbarcazione e la partecipazione delle persone che hanno assistito alla cerimonia.